“Abbiamo il dovere di non dimenticare la tragedia di Mattmark, l’ultimo grande dramma dell’emigrazione italiana”.
A dirlo, nel giorno della commemorazione, è il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli.
Era il 30 agosto del 1965, quando nella svizzera Mattmark - dove si stava edificando la diga in terra più grande d'Europa - una valanga di oltre due milioni di metri cubi di ghiaccio travolse l’intero cantiere. Morirono, sul colpo, 88 lavoratori; e di questi 56 erano italiani. 17 i bellunesi.
“Fu il territorio che pagò il tributo più alto”, ricorda Piccoli. “E questo a pochi anni dalla tragedia del Vajont”.
“Per questo, soprattutto noi bellunesi, non possiamo dimenticare”, rimarca Piccoli. “Rischieremmo di perdere un pezzo fondamentale della nostra storia”.
“Erano anni di forte crescita e bisognava costruire la diga: i ritmi di lavoro erano frenetici, anche 15-16 ore al giorno, mai un riposo. Questi erano i nostri emigrati all’estero”.
“Mi auguro che le Istituzioni bellunesi continuino a manentenere vivo il ricordo. E’ un dovere civico e morale a cui non possiamo sottrarci”, la conclusione di Piccoli.